mercoledì 29 maggio 2013

GIANFRANCO GIANNONI - LETTERA APERTA

Lettera aperta di Gianfranco Giannoni : Cittadino di San Miniato

" San Miniato così com'è "

In questo momento tragico per San Miniato , che è afflitta da uno stato di emergenza rappresentato da tutte le frane provocate dalle piogge ininterrotte cadute dall'Ottobre 2012 ad oggi, mi preme evidenziare come questo sia il momento topico di un lungo susseguirsi di dirigenze, decisioni politiche, riunioni intellettuali, accadimenti, opere, eventi che hanno praticamente involuto San Miniato fino a ridurlo quasi ad un paese fantasma , con ritardi decennali rispetto alle iniziative dei dintorni.

Occorre distinguere due aspetti: il virtuale e il reale.

San Miniato nella rete è bello, si sbianchettano i difetti, si costruiscono immagini e fotografie rifatte per i depliants, si girano cortometraggi , si ampliano liberamente gli spazi, si eliminano tutti gli ostacoli e le strettoie, le idee prendono una consistenza illusoria e la città appare struggente.

" All'apparir del vero " , invece, miseramente cade il borgo medioevale, rosseggiante di luci ed ombre, e appare un paese imploso su sé stesso, una bolgia infernale, impercorribile sia in macchina che a piedi, un borgo stretto, sempre più stretto, dove i turisti smarriti, si trovano a disagio.
Visti i gravi problemi che affliggono San Miniato, abbandoniamo il virtuale e rimaniamo collegati alla realtà, con tutti i suoi problemi, con le ingenti spese, gli investimenti obbligati e la necessità di manutenzioni puntuali e continue del territorio.

Di positivo c'è questo nuovo entusiasmo , quasi rinascimentale, degli ultimi due - tre anni, questo continuo parlare di intellettuali, artisti, gruppi, associazioni, presidenze, tutti intenzionati al miglioramento di San Miniato, intolleranti alle critiche altrui e tesi solo alle proprie iniziative, pur se anguste o modeste.
Ma il problema annoso di questa città è quello che i politici , gli illusi, non hanno mai saputo affrontare, e cioè che la comunità intera é un'altra cosa.
San Miniato non è più " il paese degli acchiappa citrulli ", governato dal giovane imperatore del Collodi, non ci sono più gli spazi, non si può più pensare di " ficcare " le auto in ogni dove, non si può raggrumarsi sul cocuzzolo con improbabili svincoli, piccoli parcheggi e nicchie incastonate sulla cima, ciò che rende ancora più angusto ed arroccato il borgo semi deserto ed ormai isolato.
Occorre spaziare nel territorio circostante.
San Miniato non è " l' ermo colle ", una landa isolata , ma ha un territorio circostante, per cui è vitale allargare gli spazi urbani, abbassando i ponti levatoi ed eliminando le barriere mentali in modo da poter assorbire la linfa dal basso; infatti la possibilità di vita è con ed insieme al territorio circostante.
Se rimaniamo arroccati all'ombra della Rocca , andiamo poco lontano, perché siamo " solo " il modesto nucleo di un immenso territorio, che deve rappresentare l'humus della vita del centro storico, in una continua osmosi che non deve avere fine.
I grandi, ineludibili problemi di San Miniato sono il traffico ed il parcheggio: pensare a tre parcheggi agli ingressi della città, rettangoli indispensabili, da riempire esclusivamente di macchine, non di aiuole, né di fiori né di marciapiedi.
Ed una strada alternativa, percorso periferico che dia respiro alle vie del centro è progetto antico , soluzione auspicabile, mai approntata.
I commercianti di San Miniato , per evitare di stare tutto il giorno sulla porta a braccia conserte, a devono rendersi conto di tutto questo, invece di spartirsi le strade del paese, commercianti litigiosi, sterili polemiche, " corporazioni sulle strade e di strada" , fino alla tragedia finale del " negozio che chiude ".
No signori, la tragedia è aprirli i negozi in queste indizioni, non chiuderli !
Che dire poi, ad esempio, del fatto che la sovrintendenza ai beni paesaggistici ed architettonici, così rigida e fiscale , gli intellettuali, i sapienti della cultura , gli storici dell'arte, i politici tutti, non si accorgano che il complesso monumentale del Duomo, una delle più belle piazze della Toscana, da sempre appare come l'estremo periferia di San Miniato ?
Ho visto nel 1984 un meraviglioso progetto dell'Arch. Anna Braschi, con altri, per la Piazza del Duomo.........è quella veramente era la " Piazza pulita ".Dov'è questo progetto ? Dove l'antica soluzione di una strada alternativa ?
I bambini che ora hanno dieci anni, un giorno uomini di trenta anni, senza cambiamenti radicali, vedranno San Miniato nelle stesse condizioni in cui io la vidi ieri, la vedo oggi, la vedrò in futuro, se campo.
Piazza pulita in Piazza del Duomo e ripristino della scalinata del Santissimo Crocifisso, dove gli angeli sono sbracciati e le balaustre con i capitelli " spallati " da decenni .

Questa è la realtà e la rete non dice la verità, quando San Miniato viene trasformata dagli appassionati e distribuita con le sue bellezze, io dico : quali ?

È possibile non pensare che, ove nei prossimi dieci anni non si trovi una soluzione, questo paese già morto ora, non divenga definitivamente salma ?
Infatti negli ultimi anni tante iniziative , con tanti presidenti, con tanti fermenti di innovazione, con troppi progetti culturali, tutto ribolle, ma la vita è andata via, ora scende l'intera città di San Miniato, sdrucciolando lentamente, quasi percorso catartico verso la vita scesa a valle, che rifiuta la congestione insopportabile di questo paese.

Trovare gli spazi immensi nella periferia, accorpando tutta una comunità, senza timore di affrontare e superare " le discese ardite e le risalite "

San Miniato 28 Maggio 2013

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